mercoledì 7 settembre 2016

Storie di evoluzioni: il ferro da stiro

Prima stiravo ascoltando musica hard-rock o guardando film horror e bevendo birra.
Poi stiravo ascoltando Mozart o guardando film strappalacrime e bevendo tisana al finocchio.
Poi stiravo ascoltando "ci son due coccodrilli ed un orangotango" o guardando i Teletubbies (forse il periodo più triste) e bevendo spremute d'arancia.
Poi non stiravo più: lo faceva una signora al posto mio. Intanto io cantavo "se la strada non è dritta e ci sono duemila pericoli, ti basti solo ricordare che, che hai un vero amico in me" guardando a ripetizione la trilogia di Toy Story come se non ci fosse un domani.
Poi non stiravo ancora, ma bevevo di nuovo tisana al finocchio.
Poi stiravo a volte sì, a volta no, ascoltando "ciuf ciuf il trenino fa ciuf ciuf" guardando Peppa Pig e sognando fiumi di birra.
Poi stiravo cantando "faccio la guardia a tutte le carote" guardando Masha e Orso e sognando di assumere sostanze psicotrope.
Poi, vittima di slogan casalingo-femminista, sono andata in piazza a bruciare il ferro da stiro bevendomi uno spritz.
Poi, con entrambi i figli finalmente in età scolare, mi son scoperta più casalinga di quanto temessi immaginassi, e ho ricominciato a stirare, adottando due schemi di gioco infallibili:
- goduriosamente tornata alle origini: guardando film horror e bevendo birra;
- visto che non ci sono più le mezze stagioni come una volta, quando si passa repentinamente dal caldo equatoriale al freddo polare o viceversa, lascio la roba della stagione in chiusura tatticamente sistemata in un contenitore trasparente; dopo sei mesi si sarà stirata da sola per sedimentazione.

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